A Matera l'idea era quella di fare lo studio di una Comunità

A Matera l'idea era quella di fare lo studio di una Comunità

Matera nel 1950 accoglieva una comunità di quindicimila persone. Nei Sassi 1561 grotte e 1647 casupole in muratura. Scarsa acqua corrente, rare fognature. Famiglie numerosissime. Tasso di mortalità infantile al 40%. Una “vergogna nazionale” così veniva definita la città, mentre Ivrea lanciava nel mondo la mitica Lettera 22. Il Nord e il Sud del nostro paese divisi da una gravina, un dirupo, un precipizio.

Ma con Adriano Olivetti a Matera si mise in atto un tentativo di trasformazione socio-urbanistica che vide coinvolti sociologi, antropologi, progettisti, assistenti sociali, ingegneri, scrittori, filosofi per il recupero e la ricostruzione di luoghi che restituissero dignità e cittadinanza alle persone. Un tentativo, tanto tenace quanto audace, di vedere il Sud come il Nord.

Quello che videro gli occhi di Adriano Olivetti e che accadde tra il 1950 e il 1960, lo ritroviamo nel libro Matera e Adriano Olivetti. Attraverso testimonianze inedite, materiali di archivio – provenienti anche dal Fondo Ludovico Quaroni – e testi critici, viene indagata un’esperienza emblematica della storia del nostro Paese.

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